Un passato da scoprire

Francesco Quarenghi, notaio e pittore

Scarica il PDF: Francesco Quarenghi 2018

 

Francesco Quarenghi, notaio e pittore.

Il casato Quarenghi e le vicende di una Comunità nella prima metà del Settecento

Senz’altro, Giacomo Quarenghi, il famoso architetto, è il personaggio il più conosciuto della valle Imagna. Per curiosità, interrogando il catalogo del servizio bibliotecario nazionale (OPAC SBN), il suo nome appare in 174 pubblicazioni; nello spoglio dei periodici locali custoditi in biblioteca Mai, troviamo non meno di 80 articoli, dove appare l’architetto nelle riviste specializzate sulla storia bergamasca. Esiste anche “l’Osservatorio Quarenghi” che cataloga centinaia di referenze bibliografiche su di lui ed il suo importante Premio internazionale Giacomo Quarenghi, attribuito ogni due anni. Infine, non si contano più le vie dedicate all’architetto in tutta la provincia.

Però la fama dell’architetto mette ombra sugli altri singolari e talentuosi personaggi della sua famiglia, che si succedono sulla lunga strada che rappresentano i secoli pregressi, prima di arrivare a lui, nella storia del casato Quarenghi. Con quest’ultimo studio vogliamo ritracciare le radici della famiglia e fermarci con un po’ di attenzione su suo nonno Francesco.

Quel nonno, notaio-pittore, è una tappa indispensabile per capire l’origine della cultura artistica dell’architetto, tappa obbligatoria per studiare (attraverso i suoi archivi) la storia locale di questa prima metà del secolo XVIII e tappa altrettanto importante nel paesaggio artistico-pittorico valligiano.

Meticoloso notaio, che prende cura alla conservazione di tutte le carte affidategli dai suoi clienti, diverse lettere o appunti che faranno la felicità dei ricercatori nei secoli seguenti, fu costantemente attento alla sua scrittura sempre bene leggibile, concentrato sui conti, perfettamente comprensibile. Fu, per tutto il tempo della sua carriera, notaio-cancelliere del Comune-Parrocchia di Rota Fuori e, attraverso i suoi resoconti, possiamo ripercorre una parte della storia di Rota: costruzione della chiesa, crollo del campanile, ma anche le consuete vicende di numerosi abitanti della valle. Ci fa conoscere certi fatti di violenza tra abitanti o sparatorie dopo il sequestro di terre, ci informa sulle piogge devastanti che, l’anno 1749, hanno distrutto case e ponte sulle sponde dell’Imagna; con lui possiamo seguire gli otto successivi cambiamenti di proprietà del mulino sotto al Chignolo di Rota Dentro, in appena poco più di un secolo.

Talentuoso pittore, ha lasciato numerose opere di carattere religioso, ma non è stato riconosciuto al suo giusto valore ed attraverso questo studio, speriamo riabilitare l’artista di fatto quiescente e tenuto in l’ombra dalla fama del nipote e vogliamo fare conoscere il cronista di tanti episodi, certamente comuni a tante altre Comunità, ma che ci permettono di togliere un velo su un passato ancora tutto da scoprire.

Abbiamo fatto la scelta di ritrascrivere fedelmente agli originali (in corsivo) numerosi estratti d’atti rogati da Francesco: lo scopo è di inserirci nell’ambito dell’epoca, la sua ortografia in un certo modo, corrisponde al parlare del momento. Ovviamente, il notaio Francesco usa formule standardizzate e convenzionali, ma il suo vocabolario ritrasmette, comunque, una parte della cultura valligiana.

Scarica il PDF:   Francesco Quarenghi 2018

1 Comment

  1. Anonimo

    Complimenti. L’ho scorso velocemente, po mi lo guardo con calma. Che bei disegni!
    Complimenti ancora,
    Marzio